Perché i tedeschi? Perché gli ebrei? Uguaglianza, invidia e odio razziale
Perché i tedeschi? Perché gli ebrei? Uguaglianza, invidia e odio razziale.
Due domande difficili a cui lo storico Goetz Aly tenta di dare una risposta.
Da molti anni Götz Aly si interroga sul passato nazionalsocialista e ogni volta arriva a risposte scomode e inquietanti. Chi voglia conoscere meglio la storia tedesca del Novecento deve confrontarsi necessariamente con i risultati delle sue ricerche.
All’inizio del XIX secolo gli ebrei tedeschi seppero cogliere le opportunità offerte dalla nuova libertà economica. Essi si riversarono nelle professioni allora emergenti: divennero commercianti, imprenditori, medici, avvocati, banchieri e giornalisti. Inoltre garantirono ai propri figli un’istruzione di buon livello: intorno al 1900, in Germania, gli studenti ebrei che conseguivano la maturità erano otto volte di piú dei loro compagni cristiani.
La reazione dei tedeschi, piú lenti nella loro ascesa sociale, fu caratterizzata da invidia e gelosia: sostennero la necessità di proteggere i cristiani, non gli ebrei; cercarono appoggio e conforto nella collettività, tentarono di accrescere la loro autostima denigrando gli altri – gli ebrei.
Questo libro si allontana dai consueti modelli concettuali sulle origini della barbarie nazista. Götz Aly indaga e descrive con lucidità le radici piú profonde dell’antisemitismo omicida, radici che affondano nel cuore pulsante della storia e della società tedesca.
Sicuramente un saggio da leggere anche se forse non tutto mi convince fino in fondo.
Ma Aly, autore anche di “Lo stato sociale di Hitler. Rapina, guerra razziale e nazionalsocialismo” (Einaudi,2007), è uno storico di grande interesse.