I carnefici della Shoah tra banalità del male e ambiguità del bene

I carnefici della Shoah tra banalità del male e ambiguità del bene

Il caso di Kurt Gerstein.

Proiezione del film AMEN. (Francia 2002, 130′) di Costantino Costa-Gavras e dibattito Rimini, 13 e 15 gennaio 2015

Kurt Gerstein, ufficiale delle SS, fa carriera mettendo a punto l’uso di un gas speciale che lui crede possa bonificare le acque e disinfettare materiali dell’esercito tedesco durante la sua campagna in Polonia. In realtà scopre che con quel gas vengono assassinati centinaia di migliaia di ebrei nelle camere a gas di Belzec, Sobibor e Treblinka. Come denunciare e fermare il crimine? Perché nessuno gli crederà?

Il film indaga il silenzio del mondo rispetto al genocidio degli ebrei e in particolare quello delle Chiese e del Vativano, ma solleva anche un interrogativo rivolto a ognuno di noi, secondo il regista: “quando dobbiamo riscoprire la nostra dimensione etica?” In altre parole, quand’è che reagiamo al male? Che cosa deve accadere, cosa dobbiamo vedere, di quanto male e orrore dobbiamo essere testimoni oculari per scuoterci dal nostro torpore, sentire in noi la voce della coscienza e agire in nome del bene comune?

>> Leggi il testo di approfondimento   

>> Leggi un articolo di Gabriele Nissim, Gariwo   

Condividi questo post